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Dal 26 febbraio al 9 marzo 2020, il PAN | Palazzo delle Arti Napoli ha ospitato “Le anime di Partenope“, una mostra che si è inserita nel più ampio progetto “La gente di Napoli – Humans of Naples“. L’esposizione ha voluto esplorare la realtà unica di Napoli, una città che vibra di luci, colori e storie, identificandosi profondamente con il canto di Partenope. L’evento si è proposto come una pluralità di visioni artistiche, volte a mettere in luce il confronto tra le diverse anime del territorio napoletano. L’obiettivo è stato quello di promuovere una maggiore consapevolezza identitaria della città, esplorando i suoi profili multiculturali e multietnici. La mostra ha avuto l’ambizione di analizzare il legame viscerale che unisce i partenopei alla propria città, un rapporto che ha oscillato tra la riscoperta delle tradizioni locali e la rinnovata vocazione turistica e culturale del recente rinascimento partenopeo. Tutto ciò è stato indagato attraverso lo studio di Partenope, simbolo identitario che nei secoli è assurto a emblema del territorio da cui trae il nome.

Giovani artisti partenopei hanno avuto l’opportunità di esprimere liberamente la loro personale visione dei mille volti di Partenope attraverso diverse forme d’arte, reinterpretando gli aspetti più significativi del mito, collegando un passato sospeso tra leggenda e un presente di rinascita, proiettando anche le aspettative per un futuro ancora da modellare.

La mostra ha sottolineato inoltre come Napoli, proprio come la leggendaria sirena, sia una donna: forte, coraggiosa, materna, amorevole e severa. In questa prospettiva, Partenope ha assunto varie anime, ciascuna delle quali ha proiettato la polivalenza e la contraddittorietà della città, manifestandosi in un caleidoscopio di espressioni artistiche diverse ma unite da un comune denominatore. L’iniziativa, a ingresso gratuito, si è rivolta agli amanti e ai cultori dell’arte, mirando anche a coinvolgere i partenopei nei confronti dei valori artistico-culturali della propria città.

La manifestazione, curata da Vincenzo De Simone, ha incluso:
l”esposizione di opere artistiche di Cristina Sodano, Gioia Sassano, Giuliana Divino (pittura); Francesca Cerfeda (scultura); Maurizio Di Nassau, Valentina De Felice, Vincenzo De Simone (fotografia); Riccardo Scognamiglio (illustrazione); la proiezione di video realizzati nell’ambito del progetto.

L’evento è stato sponsorizzato da: Peppe & Giulio Spritz, La Sirena Beer, Panico.help: Dott. Andrea Iengo psicologo, Claudia Giampieri Psicoterapeuta

Illustrazione

Riccardo Scognamiglio


Fotografia

Maurizio Di Nassau


Valentina De Felice

Nel luglio del 2017 buona parte del parco Nazionale del Vesuvio fu incendiato irreparabilmente. Dopo due anni e mezzo echeggia il silenzio, l’alchimia della terra ha trasformato il carbone in argento. Tutto intorno, un cimitero, dove c’era vita ora c’è morte e perfino gli alberi sono piegati a croce. Partenope oggi porta una serpe in petto ma conosce un canto più antico del dolore.

Vincenzo De Simone

genius loci
[gè-nius lò-ci] n.m. invar.
Etimologia: ← loc. lat.; propr. ‘spiritello (genius) del luogo (loci)’ che gli antichi riconobbero come quell'”opposto” con cui l’uomo deve scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare.
Insieme di condizioni, tradizioni, culture, abilità che si tramandano di padre in figlio e che costituiscono l’identità di un luogo, anche quando si diffondono nel mondo. “Carattere” di un luogo, legato a doppio filo alle peculiari caratteristiche che in esso si affermano, includendovi opere così come enti e individui cui i fruitori associano un particolare legame storico-culturale che rende unico e immediatamente riconoscibile tal luogo agli occhi del mondo.


Pittura

Gioia Sassano

Punto nevralgico della realtà napoletana, sono le sue trascurate linee metropolitane. I vagoni al loro interno, quasi scompaiono sotto lo skyline di teste che si susseguono e cambiano ad ogni fermata. Si creano scorci fra una spalla e l’altra che danno forma ad una città fatta di persone, dalle persone. Come se Napoli avesse vita propria e fosse distante dai suoi abitanti.
I finestrini segnati dalle piogge e dai graffiti fanno da cornice ad una città che a stento si intravede. In un breve tratto tra le sue luci e ombre, riflessi e opacità si distorce la visione ritrovando l’unione fra i due mondi apparentemente così distanti: la città e i suoi cittadini. Nasce quindi l’idea di riportare questa sensazione passeggera sotto forma di esposizione pittorica fotografica.

Cristina Sodano

Giuliana Divino

Napoli, tra realtà e leggenda, ha una storia millenaria fatta d’amore e immigrazione. Ancora oggi il popolo napoletano, nato dalla progenie di Partenope e Cimone, è uno dei popoli più accoglienti al mnondo. Un esempio virtuoso che si pone in opposizione alle tante manifestazioni d’intolleranza, verificatesi negli ultimi tempi in Italia e nel mondo. Le acque del Mediterraneo, nei dipinti di questa serie, traghettano le anime dei migranti verso case aperte e letti accoglienti, perchè non si dica più “aiutiamoli a casa loro” in quanto è il mondo casa loro.


Scultura

Francesca Cerfeda